Esercizi spirituali 2011 Volontarie della Carità
12 Marzo 2011Angela, dal 1962 al Piccolo Rifugio di Roma
13 Marzo 2011Perchè la scuola Schiavinato di San Donà si chiama così?
Antonietta Pagotto (nella foto) era già stata preside presso le scuole di Noventa e Ceggia quando il provveditore la contattò per guidare quella che era chiamata “terza scuola media” di San Donà, con sede iniziale presso l’ex Prefettura in corso Trentin in centro città.
Fu Pagotto a proporre di dare a quella “terza scuola” il nome di Lucia Schiavinato, che era tornata al Signore appena un quinquennio prima.
“Abitavo a San Donà in viale Libertà – racconta l’allora preside -, vicino al liceo e al Piccolo Rifugio. Avevo incontrato Lucia in alcune occasioni”.
“Riuscire ad intitolare la scuola a lei – racconta Pagotto – fu una dura battaglia. Tanti insistevano invece per intitolarla a uomini politici. Di sinistra. Ma la politica non c’entra niente, dissi io”.
“Proposi Lucia per quello che aveva fatto, perché era di San Donà e anche per scegliere una donna, anziché tanti uomini”.
Solo una votazione a maggioranza diede il via libera definitivo all’intitolazione a Lucia della nuova scuola. Venne costruita in viale della Repubblica 74, nel quartiere di San Giuseppe Lavoratore, in zona che allora era periferica. Nasceva così la scuola media Lucia Schiavinato, oggi parte di omonimo istituto comprensivo.
Nell’androne della scuola è stato poi dipinto un grande affresco che sintetizza per immagini la vita di Lucia Schiavinato. Ne vedete un particolare nella foto piccola qui a fianco.
Antonietta Pagotto era seduta in prima fila – dietro di lei 250 studenti – mercoledì 3 marzo all’auditorium Leonardo Da Vinci di San Donà, in occasione di “Prendiamo appunti per la vita”, convegno e celebrazione dei 30 anni di vita della scuola media Schiavinato.
Che emozioni prova? “E’ come se questi ragazzi – sorride Pagotto – fossero tutti miei nipotini. E la professoressa Maria Teresa Ghiotto, che ha iniziato con me ed è ancora docente alla Schiavinato, per me è come una figlia”.
Pochi posti più a destra, nella stessa fila, il presidente della Fondazione Piccolo Rifugio Carlo Barosco (genitore di ex alunni della scuola Schiavinato!), e una rappresentanza di ospiti ed operatori del Piccolo Rifugio di San Donà .
A pianterreno dell’auditorium erano esposti i manifesti realizzati dagli studenti della Schiavinato per il trentennale. Come si vede nella carrellata a fondo pagina, più di qualcuno ha scelto di inserire anche Lucia o il Piccolo Rifugio nell’opera.
“Nessuno più di Lucia Schiavinato – ha detto l’assessore alla pubblica istruzione del Comune di San Donà Ornello Teso intervenendo all’inizio del convegno – avrebbe saputo apprezzare la testimonianza di umanità e solidarietà dei trent’anni della scuola. (…) La sua storia e la sua vita testimoniano un grande modello di attenzione e servizio alla persona”.
“Nel celebrare i suoi 30 anni – ha auspicato Teso – la scuola Schiavinato riscopra i valori della donna cui la scuola è dedicata. Le attività quotidiane siano occasione di crescita umana e intellettuale, nella disponibilità verso gli altri e nella solidarietà”.
La prima relazione è stata di Achille Ascari, sandonatese, fondatore di una comunità per il recupero di tossicodipendenti ad Amandola (Fm), amico di gioventù della preside della scuola Schiavinato Anna Maria Babbo. Con la sua relazione “Accorgersi degli altri: un valore che completa la formazione integrale dei nostri giovani” Ascari ha ricordato a ragazzi, professori e genitori l’importanza che un ragazzo si senta amato, perché solo così potrà poi amare gli altri. E si sentirà amato solo se sarà accolto e considerato, se prenderà coscienza del suo essere unico e del suo appartenere ad una famiglia, ad un gruppo, ad una comunità. Da questo amore ricevuto si passa all’affetto donato agli amici, all’amore e alla passione per la propria metà. E infine, ha spiegato Ascari, all’amore universale. Quello di chi offre a chi ha bisogno senza chiedere nulla in cambio. L’amore gratuito: la carità. “Quando arriva a questo vertice, la persona è matura”. Come esempio di carità, di amore universale, Ascari ha fatto ai ragazzi l’esempio “della donna cui è intitolata questa scuola: Lucia Schiavinato, che ha donato tutta la sua vita a chi era nel bisogno, e in nessun modo poteva ripagarla”. Donando anche agli ultimi, ai poveri, alle persone con disabilità quella tenerezza che, come aveva precedentemente ricordato Ascari, li fa sentire amati. Quindi capaci poi di amare se stessi e gli altri.
Qui sotto alcune foto del convegno.
Ringraziamo la preside Anna Maria Babbo per l’invito e l’accoglienza, e siamo certi che la collaborazione tra scuola e Piccolo Rifugio continuerà con il “Progetto Lucia Schiavinato”