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Anche il Capodanno 2009 come quello del 2008 è stato rallegrato, alla Domus Lucis, dalla presenza di Miriam, una giovane amica, nipote della nostra volontaria Valentina.
Ecco il suo volto ed il suo racconto, pieno di entusiasmo ed anche di ammirazione per la Domus.
Grazie ancora, Miriam, a nome della Domus…
Come ogni anno alla Domus Lucis di Trieste ha avuto luogo il tradizionale veglione di Capodanno, preceduto dal canto del Te Deum e dalla messa celebrata da padre. Silvio.
Dopo la messa è iniziato il cenone durante il quale, tra un boccone e l’altro, tutti hanno avuto l’occasione di chiacchierare, ridere e confrontarsi (Un ringraziamento speciale va alle cuoche che ci hanno permesso di gustare tante pietanze favolose!).
In seguito, quando tutti i presenti avevano la pancia piena, si è dato inizio alla classica tombola: è stata talmente divertente che se si organizzasse un torneo alla Domus durante l’anno, io vi parteciperei ad ogni costo!
Tra un terno e un tombolino, un ambo e una quaterna, tra chi aveva la fortuna dalla sua parte e chi si preparava per il turno successivo, si sentiva nell’aria la concentrazione dei presenti, le risate quando qualcuno annunciava la vittoria ma in realtà aveva sbagliato a segnare un numero, ma soprattutto si poteva vedere il legame che unisce tutte le persone che erano presenti, il legame indissolubile di una grande famiglia.
A questo punto è giusto che mi presenti. Mi chiamo Miriam e ho 17 anni.
E’ il terzo anno che ho la grande opportunità di festeggiare il capodanno alla Domus, con queste splendide persone.
In questi anni, grazie alla scuola che frequento, ho avuto l’occasione di visitare vari centri per disabili e anziani. Ma non sono mai riuscita a ritrovare lo stesso clima e lo stesso rapporto tra le persone che è presente alla Domus Lucis.
Tra operatori, gli amici e gli “utenti” non c’è il distacco e il rapporto freddo che ho visto in altre strutture e che mi hanno insegnato ad usare, bensì c’è un grande affetto che lega tutti.
In un altro centro, per esempio, se un operatore va in pensione non torna a trovare gli “utenti” e non resta in contatto con questi come mi è capitato di vedere qui, con Branka che, nonostante abbia smesso di lavorare, torna a trovare le persone che popolano la Domus Lucis.
Per cui se mi chiedessero quale sarebbe il miglior metodo per gestire un centro per disabili o anziani, io consiglierei sicuramente quello usato qui.
Credo, inoltre, che sarebbe veramente salutare per i giovani d’oggi e per alcuni adulti poter frequentare una struttura sociale come questa. Potrebbero maturare e crescere ulteriormente, perché capirebbero che la vita (anche se, in alcuni aspetti, non è stata una vita poi così fortunata ) si può vivere nel migliore dei modi, come fanno le ospiti della Domus Lucis.