Progetto Green Farm al Piccolo Rifugio di San Donà
21 Novembre 2016Il Piccolo Rifugio di Verona su Telepace
21 Novembre 2016Lavorare al Piccolo Rifugio: professione e umanità
“Ai nostri dipendenti chiediamo molto, ma molto riceviamo, e per questo molto ci teniamo a dire chiaro il nostro grazie”
Così il direttore tecnico Paolo Peretti esprime il grazie della Fondazione Piccolo Rifugio- che è anche quello delle persone con disabilità ospitate- ai dipendenti dei Piccoli Rifugi per il loro impegno e la loro disponibilità. Per il loro affetto.
Leggi qui sotto l’intervento integrale di Peretti, pubblicato anche su L’Amore Vince di novembre 2016.
Ho conosciuto il Piccolo Rifugio nel 1970. Avevo 14 anni, e per compagni di scuola alcuni degli ospiti di allora…
Ho conosciuto il Piccolo Rifugio quando stava cambiando, quando le Volontarie della Carità erano ancora tante e gestivano tutto, quando si cominciava solo ad intravvedere quello che sarebbe diventato oggi con dimensioni molto più grandi e norme molto più stringenti.
Ho ritrovato il Piccolo Rifugio due anni fa quando sono venuto a lavorarci e ho scoperto che tanto è cambiato, tanto si è modificato e tanto è cresciuto…Ma non è cambiata l’aria che vi si respira!
Non ci sono più tutte le persone che ho conosciuto allora, ma tanti altri uomini e donne sia ospiti che operatori.
E vivendo dentro il Piccolo Rifugio ti accorgi che i cambiamenti hanno introdotto nuove attività e nuove modalità attualizzando la proposta di Lucia senza snaturarla…
Ci sono cose che vedi realizzate che non sarebbero possibili se fossero solo professionali; e se resti a guardare quello che ti sembra normalità, ti accorgi che è frutto dell’impegno, della disponibilità.
Di un affetto che non è scontato trovare….
Cose come:
Laboratori in cui esprimere la propria creatività, sempre diversi
Attività motoria e ginnastica, personalizzata per ciascuno
Momenti al femminile, da dedicare alla cura di sé, che vale doppio per chi è abituato a venire etichettato già solo per il suo aspetto fisico
Prove tecniche di cucina, e anche farsi da mangiare è una forma di autonomia
Uscite in luoghi mai visitati prima, quindi interessanti
Gite nei giorni di festa, magari partendo presto
Serate con gli amici che si concludono un po’ dopo l’orario canonico
spesso, seguendo il cammino di Lucia Schiavinato, momenti di arricchimento interiore di preghiera comunitaria e a volte individuale
Le donne e gli uomini dei Piccoli Rifugi conoscono queste esperienze e queste emozioni, perché le hanno vissute. E probabilmente arrivano da qui molti dei loro ricordi più belli. Se le conoscono, è spesso merito anche dei dipendenti del Piccolo Rifugio.
E’ di questi ultimi che voglio parlare: del loro impegno e della loro disponibilità.
Quando nel lontano 1935 Lucia Schiavinato ha dato avvio al primo Piccolo Rifugio erano altri tempi e altre situazioni, ma penso che già pensasse a chi, in futuro, avrebbe continuato il suo lavoro: le Volontarie della Carità che hanno portato avanti con il suo spirito quanto lei aveva iniziato e restano fondamentali ancora oggi, e il personale che è entrato nel tempo a far parte del Piccolo Rifugio….
Coniugare correttamente professione e umanità non è un compito semplice, ma i nostri dipendenti lo sanno fare e fanno dei Piccoli Rifugi delle vere case in cui chi ci vive si sente in famiglia, accolto e tutelato.
Quante volte ho visto operatori andare oltre quanto strettamente previsto dal contratto o dalla mansione, per rispondere a quanto richiesto dalla persona, cioè l’ospite del Piccolo Rifugio! Arrivando al lavoro con un’idea per un laboratorio sperimentata a casa, partecipando da volontario ad alcune attività, coinvolgendo i propri amici o parenti nell’aiuto al Piccolo Rifugio, mettendo nel lavoro quotidiano quell’extra di cuore… che fa la differenza, che senti quando parlano con te e che vivono nonostante la pesantezza e le difficoltà del lavoro.
E molte altre volte, probabilmente, cose così accadono ma non si vedono e ce ne accorgiamo dalla serenità che vediamo nei nostri ospiti.
Ai nostri dipendenti chiediamo molto: perché fanno un lavoro impegnativo, che va oltre il cartellino da timbrare; perché cercare di portare avanti ogni giorno quanto insegnato e mostrato da Lucia Schiavinato è un cammino in salita; perché avviamo progetti innovativi, o cerchiamo di dare risposte nuove a bisogni nuovi, e la novità e il cambiamento sono giocoforza una fatica.
Chiediamo molto, ma molto riceviamo, e per questo “molto” ci teniamo, per una volta, a dire chiaro a chi lavora con noi il nostro grazie.