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Il MoVi (Movimento di Volontariato Italiano), unendo i festeggiamenti per l’Italia a quelli per l’Anno europeo del volontariato, ha realizzato il volume “Per l’Italia – 150 anni di cittadinanze attive” che contiene i profili di 25 italiani che dal 1861 ad oggi si sono impegnate nella politica, nella cultura, nella scuola, nelle opere di solidarietà, lavorando per un’Italia migliore. Persone che “hanno saputo leggere i segni dei loro tempi ed hanno risposto con creatività e con soluzioni anticipatorie alle domande ed ai bisogni sociali e politici che si andavano manifestando”, come scrive nell’introduzione il presidente nazionale del Mo.Vi Franco Bagnarol.
Tra questi italiani è stata scelta anche Ida D’Este (nella foto piccola): veneziana, partigiana, deputata, impegnata nella promozione e difesa dei diritti delle donne. Ma anche Volontaria della Carità, amica e collaboratrice di Lucia Schiavinato, e prima direttrice dell’Amore Vince.
Le 26 pagine del capitolo su Ida D’Este sono curate dalla storica Luisa Bellina, che ha raccolto la testimonianza di Luigina Tonon, oggi responsabile del Piccolo Rifugio di Roma, e consultato presso il Piccolo Rifugio di San Donà le annate dell’Amore Vince.
Bellina ricorda che nel 1955 D’Este si attiva per dare vita a strutture di riabilitazione per ex prostitute, e che nello stesso anno va ad abitare al Piccolo Rifugio di Roma. “La sua presenza rivoluziona la vita al Piccolo Rifugio: gioiosa, energica, quando la sera rientra trafelata, tutti l’attendono per le sue risate, i suoi canti”.
LE VILLE MADONNA DELLA NEVE
Il saggio racconta poi l’apertura della prima Villa Madonna della Neve a Campocroce di Mogliano: D’Este mette di tasca propria due terzi della spesa per l’acquisto, devolvendo le sue indennità parlamentari. Sono soldi di Ida a pagare, in parte, anche la Villa di Cappelletta di Noale.
Il 13 gennaio 1958 Ida D’Este e l’amica Ernesta Sonego sono consacrate Volontarie della Carità . Ida diventa presidente dell’Opera Madonna della Neve.
Il racconto si sofferma poi sulla vita quotidiana nelle Ville Madonna della Neve: rispetto ad altre strutture coeve “sono concepite con maggiore flessibilità ed apertura alle esigenze della vita moderna. Rispecchiano il ‘desiderio di essere missionari, pionieri, esploratori’; riflettono la ‘spiritualità anticonformistica e libera’ di Ida.
L’AMORE VINCE
Qualche pagina dopo, Bellina ricorda anche l’esperienza dal 1958 al 1963 alla guida di Amor Vincit. “Sotto la direzione della D’Este, il giornale diventa organo di battaglia contro i pregiudizi della gente per bene, della mentalità comune”. In cui non mancano scelte coraggiose: spiega che le Ville non servono a redimere ma a riabilitare, pubblica lettere di prostitute, accusa i limiti dell’educazione tradizionale e l’egoismo degli “onesti cattolici benpensanti” che ritengono che usare le prostitute sia un diritto del maschio.
Il volume contenente il saggio su Ida D’Este è a disposizione presso il Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto.
foto Ida D’Este da Wikipedia