Con Green Farm portiamo la primavera al Piccolo Rifugio di San Dona’
24 Maggio 2017Claudio Musina, volontario della Domus Lucis
24 Maggio 2017Francesco Piemontese è tornato al Piccolo Rifugio
Una partita a scopa. Una chiacchierata con gli amici. Le partite della Juve alla radio.
Ha ricominciato la sua vita quotidiana Francesco Piemontese, che da 51 anni vive al Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto.
Ha ricominciato, ed è una grande gioia per tutta la grande famiglia del Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto.
Perchè da gennaio a venerdì 19 maggio Francesco è stato in ospedale, ricoverato per problemi di salute che inizialmente spaventavano e poi gradualmente sono stati domati. Quattro mesi in cui gli amici non gli hanno mai fatto mancare affetto, vicinanza e soprattutto visite, ogni giorno nella sua stanza d’ospedale, fosse a Treviso, Conegliano o Vittorio Veneto.
Venerdì 19 Francesco è tornato al Piccolo Rifugio, accolto con gioia e con un cartellone.
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Ecco qui di seguito l’articolo con cui il settimanale della diocesi di Vittorio Veneto L’Azione racconta l’affetto che ha circondato Francesco, il decano degli ospiti del Piccolo Rifugio, sia nei 4 mesi di ospedale affrontati sia ora che è finalmente tornato a casa, in famiglia: al Piccolo Rifugio.
BENTORNATO, FRANCESCO!
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Non è una bufala: è Francesco.
In tanti hanno fatto festa su Facebook, e tutti hanno fatto festa nella grande famiglia di ospiti , operatori, volontari e amici del Piccolo Rifugio: perché dopo più di 4 mesi di ospedale, è tornato Francesco.
Lui è Francesco Piemontese: è pugliese di Apricena, ma è uno dei vittoriesi più conosciuti: abita qui da 51 anni, ed abita al Piccolo Rifugio.
E’ arrivato nel pomeriggio di venerdì 19, accolto da uno striscione di benvenuto e dall’affetto di tutti. Sta abbastanza bene; stare a casa non potrà che farlo stare meglio. Una sedia a rotelle nuova, adatta a lui, è in arrivo.
utto era cominciato a gennaio. Il ricovero per un improvviso problema, di quelli che spaventano te e chi ti vuole bene. Da allora, Francesco è stato ricoverato tra Treviso, Vittorio Veneto, Conegliano e di nuovo Vittorio Veneto. Seguito da medici e personale, ma soprattutto circondato dall’affetto degli amici. Una mobilitazione di amici di dimensioni impressionanti…quanto le dimensioni dell’affetto che Francesco ha seminato, donato, sorriso in mezzo secolo vittoriese.
Per organizzare le visite a turno in ospedale, e per aggiornare sulle condizioni di salute i parenti di Francesco che abitano lontano, è nato il gruppo Whatsapp “Francesco”.
In cui ogni giorno, drinn!, arrivava più di una notifica, perché ogni giorno qualcuno andava da Francesco, pensava a lui, chiamava in ospedale per aggiornamenti.
Scorrendo i messaggi del gruppo sembra davvero di vedere incarnato quell'”ero malato e mi avete visitato” del Vangelo.
C’è la sofferenza di chi ha visto i momenti peggiori di Francesco: “Anche spronandolo, non riusciva ad aprire gli occhi”. Chi dava speranza: “Pur se molto provato, è attivo e partecipe”. Chi mandava affetto: “Portagli un abbraccio forte da tutti noi”. Chi teneva d’occhio medici e infermieri, per verificare che a lui dessero il miglior servizio possibile.
Oltre ai messaggi digitati, le azioni concrete. Come la tenerezza di chi è andato da Francesco a leggergli una favola. La pazienza di chi guardava dove si fermava lo sguardo di Francesco quando percorreva lento un tabellone in plexiglas con le lettere dell’alfabeto: con questo strumento, il nostro, anche nei giorni più difficili, riusciva lo stesso a realizzare il suo inestinguibile desiderio di comunicare.
In quattro mesi, sono diventati tutti un po’ juventini sapendo che ogni vittoria bianconera avrebbe fatto felice Francesco sul suo letto d’ospedale. Per fortuna anche Buffon e compagni hanno dato una mano. E in camera gli hanno messo la tv.
L’orario di visite spesso non bastava e, sperando nella pazienza del personale, si sforava, perché .. l’affetto verso Francesco dura più che dalle 18.30 alle 19.30 dei giorni feriali.
E esonda anche dai confini del display d’uno smartphone.
Già il giorno dopo il suo ritorno al Piccolo Rifugio, del resto, c’erano amici al Piccolo Rifugio, per riprendere, ad esempio, a sfidarlo a scopa, come sempre. E, come sempre, e come pure in ospedale, Francesco sorrideva.