In 200 in festa con il Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto
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9 Agosto 2011Disabilita’ e spiritualita’ al Piccolo Rifugio
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La commissione Caritas e il gruppo Handicap e spiritualità delle parrocchie del Duomo e di Santa Maria di Loreto in Belluno hanno organizzato un approfondimento sul tema “Handicap e spiritualità… per uno spirito senza barriere…”.
Per parlarne hanno scelto, oltre all’esperto Giancarlo Sanavio e al direttore della Villa San Francesco di Facen di Pedavena Aldo Bertelle, anche il Piccolo Rifugio, che del resto ha il suo fondamento nella spiritualità che fa da base all’opera quotidiana per le persone con disabilità.
In rappresentanza del Piccolo Rifugio e dell’Istituto secolare Volontarie della Carità è intervenuta Anna Maria Colella Natale, associata all’Istituto e presente al Rifugio di Vittorio Veneto.
Qui di seguito, oppure qui, la sua relazione, incentrata su Lucia Schiavinato (nella foto piccola) e sulla dimensione spirituale dei Piccoli Rifugi.
Piccolo Rifugio: un luogo caldo in cui si respira aria di accoglienza e serenità.
Sono comunità nate dal cuore, dalla sensibilità, dall’intelligenza di una donna umile e semplice, materna e forte: Lucia Schiavinato, che ha speso la sua vita al servizio di chi aveva bisogno.
Lucia viveva nell’intima comunione con il suo Dio, da questo contatto trovava forza per un’attività intensissima dalla quale fiorirono grandi opere come i Piccoli Rifugi. L’Eucaristia è sorgente e sostegno dell’opera, è questa passione per l’Eucaristia che illumina tutto ciò che Lucia fa. Fino alla fine della sua esistenza, vissuta sempre alla presenza del Signore…
Lucia fondò l’istituto delle Volontarie della Carità: persone che hanno dedicato la loro vita al servizio dei più piccoli, ed in particolare all’assistenza ai disabili.
A loro Mamma Lucia chiedeva di “entrare nell’Eucaristia e di diventare anime di adorazione”. Quando si trattò di dare all’Istituto Volontarie della Carità una connotazione chiara che ne rivelasse il carisma originante, pensò di aggiungere ai tre voti di castità, povertà e obbedienza un impegno particolare, oltre che per la partecipazione alla messa, anche per l’adorazione Eucaristica quotidiana e, a volte, anche di notte.
Legò l’Eucaristia ai suoi Rifugi per gli infermi: l’Eucaristia al centro di ogni casa, la cappella il cuore pulsante della famiglia, Cristo Gesù adorato di giorno e di notte.
Lo stupore di tutti: vedere le carrozzelle dei disabili disposte a cerchio davanti all’Eucaristia…
Una inferma ha detto:
Mamma Lucia mi portò a vedere la cappellina e fui colpita da tutta quella gente inferma che stava in adorazione davanti all’Eucaristia. Anche la gente della parrocchia, giovani, bambini adulti, venivano a turno per adorare Gesù Eucaristico.
Egli non era mai solo. E quando a volte ero appesantita e angosciata dalla mia infermità mi ricordavo il luogo che Mamma Lucia mi indicava. Mi fermavo davanti al Santissimo: piangevo e parlavo con Lui, e una grande pace mi entrava nel cuore. Allora capivo che la mia sofferenza ha un grande valore agli occhi di Dio, come mi diceva sempre lei, Mamma Lucia.
Lucia Schiavinato voleva che un grande clima di famiglia allietasse i Piccoli Rifugi: non dovevano essere Istituti, ma luoghi di serenità e di letizia, di calore e di Amore.
Aveva ben compreso che il senso del dolore lo si poteva scoprire soltanto là, davanti all’Eucaristia, davanti a Colui che entra nel cuore dell’infermo e gli parla con il soffio del Suo Spirito e gli fa comprendere quanto lo ama. E solo così c’è lo scambio d’Amore che redime il singolo e tutta l’umanità.
Anche i disabili sono nati per essere qualcosa nella Chiesa. E’ il Grande Mistero della Redenzione.
Quanti entravano nella sua casa erano portati da Mamma Lucia al grado altissimo di comprensione della sofferenza accettata per Amore di Colui che è andato alla croce per Amore e a cercare lì luce e grazia.
Lucia diceva che ogni Piccolo Rifugio è per il mondo un Vangelo aperto…
Ma voi al Piccolo Rifugio avete anche una cappella?
Certo. Avere una cappella vuol dire la S. Messa domenicale e infrasettimanale. Vuol dire organizzare momenti di adorazione Eucaristica. Vuol dire rispettare le funzioni dei tempi liturgici con gli ospiti della casa. Vuol dire cercare, attraverso qualche incontro organizzato, di far conoscere agli ospiti che da qualche parte c’è anche Dio nella loro vita.
Rispondendo alla domanda ho avuto la conferma della grandezza dei nostri Piccoli Rifugi: lì dentro i ragazzi sono nel cuore di Dio. Sono accolti, prima che dalle persone, dallo Spirito dell’Eucaristia che è e rimane sorgente e sostegno di tutta l’opera dei Piccoli Rifugi. Le persone accolte devono essere sì curate nel corpo. Ma, secondo il disegno Divino, attraverso il carisma Eucaristico di Mamma Lucia di cui sono impregnate anche le mura, devono essere curate anche nello Spirito. Dobbiamo elevare il loro animo alle finezze e delicatezze dell’Eterno…
Anna Maria
A associada ao Instituto secular Voluntárias da Caridade Anna Maria Colella representou o Piccolo Rifugio no encontro “Handicap e espiritualidade… para um espírito sem barreiras…” organizado a Belluno, que não fica distante de Vittorio Veneto.
Publicamos aqui a seguir o relatório de Anna Maria, concentrado no testemunho de Lucia Schiavinato e nos ensinamentos que ela deixou às Voluntárias da Caridade.
Piccolo Rifugio: um lugar aconchegante no qual se respira ar de acolhimento e serenidade.
São comunidades nascidas do coração, da sensibilidade, da inteligência de uma mulher humilde e simples, materna e forte: Lucia Schiavinato, que gastou a sua vida ao serviço de quem precisava realmente de ajuda.
Lucia vivia em íntima comunhão com o seu Deus, deste contato encontrava a força para uma atividade intensíssima da qual floresceram grandes obras como os Piccoli Rifugi. A Eucaristia é fonte e suporte da obra. É esta paixão pela Eucaristia que ilumina tudo o que Lucia faz. Até ao fim da sua existência, vivida sempre na presença do Senhor….
Lucia fundou o instituto secular das Voluntárias da Caridade: pessoas que dedicam a sua vida ao serviço dos mais pequenos, e em particular à assistência aos marginalizados.
Mamãe Lucia pedia de “entrar na Eucaristia e de se tornarem almas de adoração“. Quando se tratou de dar ao Instituto das Voluntárias da Caridade uma conotação clara que lhe revelasse o carisma originário, pensou de acrescentar aos três votos da castidade, pobreza e obediência, um compromisso especial, além da participaçao à S. Missa, também pela Adoraçao Eucaristica diaria e, as vezes, de noite.
Ligou a Eucaristia aos seus Rifugi para os enfermos: a Eucaristia ao centro de cada casa, a capela o coração pulsante da família, Cristo Jesus adorado de dia e de noite.
A admiração de todos era: ver as cadeirinhas de rodas dos deficientes dispostas em circulo à frente da Eucaristia…
Uma doente disse:
“Mamãe Lucia me levou a ver a capelinha e fiquei admirada com toda aquela gente doente que estava em adoração perante a Eucaristia. Mesmo a gente da paróquia, jovens, crianças, adultos, vinham em turno para adorar Jesus Eucarístico.
Ele nunca estava sozinho. E quando às vezes estava sobrecarregada e angustiada devido à minha doença me lembrava do lugar que Mamãe Lucia me indicava. Punha-me à frente do Santíssimo: chorava e falava com Ele, e uma grande paz invadia o meu coração. Então entendia que o meu sofrimento tem um grande valor aos olhos de Deus, como me dizia sempre ela, Mamãe Lucia”.
Lucia Schiavinato queria que fosse um grande clima de família a alegrar os Piccoli Rifugi: não deviam ser Institutos, mas lugares de serenidade e de alegria, de calor e de Amor.
Tinha compreendido bem que o sentido da dor se podia descobrir somente lá, perante a Eucaristia, perante Aquele que entra no coração do enfermo e lhe fala com o sopro do Seu Espirito e lhe faz compreender quanto o ama. E só assim existe a troca de Amor que redime cada um individualmente e toda a humanidade.
Também os deficientes nasceram para serem alguma coisa na Igreja. É o Grande Mistério da Redenção.
Todas aquelas pessoas que entravam na sua casa eram levados por Mamãe Lucia ao grau altíssimo da compreensão do sofrimento aceitado por Amor d’Aquele que foi cravado numa cruz por Amor e para procurar ali luz e graça.
Lucia dizia que cada Piccolo Rifugio é para o mundo um Evangelho aberto…
Mas vós no Piccolo Rifugio também tendes uma capela?
Certo. Ter uma capela significa celebrar vivendo a S. Missa dominical e também durante a semana. Quer dizer organizar momentos de adoração Eucarística. Quer dizer respeitar as celebrações dos tempos litúrgicos com os hóspedes da casa. Quer dizer procurar, através de algum encontro organizado, de dar a conhecer aos hóspedes que de alguma parte também existe Deus na vida deles.
Respondendo à pergunta tive a confirmação da grandeza dos nossos Piccoli Rifugi: ali dentro os hóspedes estão no coração de Deus. São acolhidos, antes que das pessoas, do Espirito da Eucaristia que é e permanece fonte e suporte de toda a obra dos Piccoli Rifugi.
As pessoas acolhidas devem ser sim curadas no corpo. Mas, segundo o desígnio Divino, através do carisma Eucarístico de Mamãe Lucia do qual estão emprenhadas até as paredes, devem ser curadas também no Espirito. Temos que elevar o seu ânimo às finezas e delicadezas do Eterno…
Anna Maria Colella
associada ao Instituto secular Voluntárias da Caridade