Maria Paulon, maturità con il Piccolo Rifugio
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14 Luglio 2020Covid19: il lockdown al Piccolo Rifugio di Ponte della Priula
Cosa ha significato la pandemia per le donne e gli uomini del Piccolo Rifugio?
Quanto dura è stato affrontare gli stravolgimenti della vita quotidiana portati dalle regole da rispettare per proteggere la salute di tutti?
Ecco il racconto a cuore aperto di Nicola Mazzer e Sabrina Zanette, educatori del Piccolo Rifugio di Ponte della Priula, assieme a Manuel Bastianel e Augusto Tadiotto, ospiti. Assieme si fanno portavoce dell’intera comunità, dell’intera…famiglia del Piccolo Rifugio.
Per noi è stato un periodo carico di tensioni.
Gestire crisi emotive, crisi di ansia, spaesamento e confusione,aspettative, paura e desideri di sicurezza e ritorno alla normalità degli ospiti, e al tempo stesso provare ad impostare interventi educativi mirati al loro benessere all’interno di un equipe provata non è stato semplice.
Improvvisamente abbiamo ricevuto indicazioni: attivare l’isolamento, impossibile fare uscite. Abbiamo dovuto dire a quanti tra i nostri sono più autonomi che non sarebbero più potuti andare in passeggiata o al bar.
Poi, altre indicazioni, che dovevamo elaborare noi per primi, per poi tradurle e renderle comprensibili a tutti: stop alle visite dei famigliari, mantenimento di una certa distanza tra noi, l’obbligo per tutta l’equipe di utilizzare la mascherina, raccomandazione quasi ossessiva di lavarsi bene le mani, rilevazione quotidiana della temperatura… Tutto questo ha un pochino trasformato la “vita famigliare” che con tanto impegno cerchiamo ogni giorno di costruire al Piccolo Rifugio.
Per molti ospiti è stato complicato accettare queste imposizioni. Per qualcuno ogni giorno diventava fonte di incertezze, con le notizie sui molti morti trasmesse al TG, l’impossibilità di conoscere la fine di questo virus che non si può vedere ma tutti dicono che c’è… ed anche, seppur paia banale, la sospensione del campionato di calcio, che più di qualcino seguiva con passione.
Al Piccolo Rifugio di Ponte della Priula abbiamo potuto contare su alcuni lavori che ci hanno tenuti impegnati ed attivi. Realizzazione delle bomboniere (come vedete nelle foto) e cura dell’orto ci hanno permesso di vivere con meno fatica questi mesi di lockdown.
Avere un giardino al Piccolo Rifugio, e quindi poter passare molto tempo all’aperto, sono una grande fortuna, che abbiamo sfruttato al massimo. L’orto bellissimo di quest’anno sembra voler rendercene merito.bomboniere priula 3
Ognuno ha vissuto il lockdown in modo diverso, a tutti il lockdown ha stravolto la vita: ed è così anche per le donne e gli uomini del Piccolo Rifugio.
Manuel e Vittorino hanno dovuto interrompere il loro tirocinio e al momento non si sa quando potranno riprenderlo. per fortuna da qualche settimana posso andare in passeggiata e uscire in bici.
Adriano per alcuni giorni subito dopo l’avviso della presenza del virus e del conseguente isolamento, aveva paura ad uscire anche in girdino.
Luisa e Serena hanno dovuto interrompere il loro servizio settimanale di volontariato alla Croce Rossa e al Centro diurno (Ceod). La loro reazione? Prima, la sensazione di confusione; subito dopo, il desiderio di riprendere al più presto.
Allegra è dovuta rimanere a casa dal Ceod e chiede insistentemente dei suoi amici e
degli operatori che non vede da diversi mesi.
MOLTE COSE CI SONO MANCATE
In generale quello che ci è più mancato è il contatto coi nostri cari, con i nostri amici.
Ci è mancato di dover rinunciare ad appuntamenti fondamentali attesi di anno in anno, come il rientro in famiglia per Pasqua, oppure le feste organizzate dai nostri amici Volontari X Shelter.
Niente torneo di burraco, in cui di solito accoglievamo al Piccolo Rifugio decine di giocatori.
Niente Piccolo Rifutbol e Vol.ley x Shelter, i tradizionali tornei di calcio e beach volley organizzati dai Volontari X Shelter: questo significa, per le donne e gli uomini del Piccolo Rifugio, non poter realizzare i trofei per le squadre vincitrici, non partecipare alle riunioni organizzative, non godere della compagnia dei nostri amici volontari mentre preparano tutto, non andare con loro a fare la spesa e i vari acquisti…e poi soprattutto non potremo vedere le partite.
Non ci saranno i soggiorni estivi, la tradizionale settimana al mare.
Anche le abituali gite in montagna o al mare dovranno essere riorganizzate tenendo conto delle nuove regole. E questo impedirà di soddisfare al meglio le esigenze degli ospiti. Gli educatori avranno il difficile e doloroso compito di dover decidere chi potrà partecipare e chi no.
Molte cose ci sono mancate. Abbiamo però imparato a fare delle videochiamate, scoprendo un nuovo modo di telefonare: ci siamo visti coi nostri cari e anche con alcuni dei volontari, condividendo la condizione di stare ognuno nella propria casa.
Abbiamo videochiamato anche Renato da poco in pensione. ed anche lo psicologo dell’azienda sanitaria. Si è attivata una rete di supporto che a Ponte ha funzionato bene, permettendoci di vivere al meglio un brutto periodo.