Lizete, 25 anni da Volontaria della Carita’
13 Marzo 2020Pierina Bassoli, Volontaria della Carità
22 Giugno 2020Covid 19 – La pandemia al Beija flor
Nuovo sguardo alle sfide!
Il Progetto Beija-flor di Massaranduba nasce nel 2012 con l’obiettivo di accogliere i bambini dai 2 ai 5 anni che vivono nel quartiere di Massaranduba a Salvador, per un progetto di Educazione della Prima Infanzia.
L’anno successivo, è emersa la necessità di continuare ad accogliere questi bambini per un progetto di Attività artistico-educative dopo il completamento dell’educazione della prima infanzia, e quindi abbiamo cominciato ad offrire offrendo loro una varietà di attività complementari, che oggi si estendono a bambini e adolescenti dai 6 ai 15 anni.
Con l’avanzare della pandemia Covid-19, le attività pedagogiche in presenza del Progetto Beija-flor sono state sospese nel marzo 2020, a seguito del decreto del Governo dello Stato di Bahia e del Comune di Salvador.
Ma non abbiamo incrociato le braccia di fronte a questa situazione, al contrario, abbiamo offerto ai bambini attività educative da svolgere a casa, abbiamo fatto arrivare loro a casa la “césta basica” ( una provvista mensile di viveri con particolare attenzione all’alimentazione dei bambini), kit per l’igiene personale e la pulizia, e abbiamo tenuto costantemente i contatti per telefono. Nell’ottobre 2020 siamo andate a trovare a casa i bambini per monitorare da vicino la situazione di ogni famiglia in questo momento così critico.
In seguito a queste visite domiciliari, fatte dalle educatrici, abbiamo rilevato la necessità di iniziare nel 2021 con momenti di incontro con i genitori dei bambini nella sede del Beija-flor, lo spazio educativo solitamente frequentato proprio dai loro figli. Superate le restrizioni del lock down, abbiamo programmato questi incontri per condividere un poco le difficoltà e le sofferenze che le famiglie stavano vivendo cercando di offrire un ascolto sensibile ai loro sfoghi, suggerendo azioni di supporto ai bambini che avevano grande “saudade” della loro scuola. Negli incontri cerchiamo di suggerire risposte ai bisogni quotidiani dei bambini, per evitare maggiori rischi di vulnerabilità sociale, e per portarli ad avere uno sguardo di speranza.
Abbiamo diviso le persone da incontrare in gruppi per giorni e orari diversi, cercando di seguire i protocolli di distanziamento, evitando gli agglomerati. assembramenti. In questi incontri abbiamo ricevuto parecchie manifestazioni di gratitudine per quello che il Progetto Beija Flor ha potuto offrire nella vita di ogni famiglia.
Es .: “Anche in momenti di grande sofferenza, con tutta la sofferenza non ci siamo sentiti soli, perché c’è stato sempre un contatto di supporto via telefono o tramite le visite delle Educatrici”
“All’inizio dell’isolamento, ho avuto la sensazione che non avrei visto più le persone del Beija-flor, nemmeno voi Educatrici. Ma, grazie a Dio, voi del Progetto siete stati vicini e ancora più presenti nella mia famiglia”.
Ai primi di maggio, a seguito del decreto di ripresa delle attività pedagogiche semiresidenziali abbiamo aperto le porte per accogliere i bambini, con tutte le cure e le attenzioni necessarie, aiutandoli a rispettare i protocolli di distanziamento, di cura e rispetto gli uni per gli altri. Per noi educatori è abbastanza difficile, sul piano emotivo, evitare baci e abbracci…,perché sono bambini dai 2 ai 6 anni. Ma stiamo cercando di accoglierli ugualmente con tanto amore.
Per noi, Francisca e Iracema che lavoriamo per il progetto Beija-flor, è una grande grazia di Dio. Possiamo dire che sono stati tempi difficili, ma anche motivo per imparare meglio il servizio per amore verso i “piccoli del Vangelo”. Possiamo dire che stiamo vivendo con maggiore intensità il nostro essere consacrate a Dio nel servizio ai fratelli.
Cerchiamo di seguire la nostra Mamma Lucia, che, arrivando nel 1965 a Massaranduba, il “bairro degli alagados”, affrontò con coraggio e entusiasmo diverse sfide, politiche o sociali. Illuminata dalla Parola di Dio, spinta dall’Amore per l’Eucaristia, Lucia seppe tendere la mano ai più vulnerabili: bambini, giovani, adulti, anziani, lebbrosi …., cercando di portarli tutti ad una nuova vita.
…E non dimentichiamo di rispondere anche all’invito di Papa Francesco che ci sprona a raggiungere i più bisognosi.