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2 Giugno 2011Cinzia Ceneda, volontaria al Piccolo Rifugio di Ponte della Priula
Cinque sono i giovani volontari che si sono prenotati per trascorrere una settimana al mare a Caorle ad agosto con i magnifici dieci del Piccolo Rifugio di Ponte della Priula. Una settimana di vacanza speciale a fianco di quelle cosiddette “normali” di vacanza.
Di questi cinque, Moira De Rosso e Andrea Cenedese li avevamo già incontrati su www.piccolorifugio.it, di Martina Bortoluzzi e Michela Moretton avevamo scritto…
E poi c’è Cinzia Ceneda. Finora assente da queste pagine.
Ecco allora come la neoventottenne Cinzia (che ringraziamo per la disponibilità!) ci racconta di sé e, soprattutto, degli ospiti del Piccolo Rifugio
Come ha conosciuto il Piccolo Rifugio?
Sono responsabile del settore giovani dell’Azione Cattolica di Colfosco, paese confinante con Ponte della Priula, e con gli altri animatori siamo venuti a conoscenza che proprio vicino a noi avrebbe aperto un Piccolo Rifugio.
Come educatori di ragazzi dai 14 ai 18 anni sentivamo l’esigenza di mettere in pratica tutto quello che ogni giovedì comunicavamo ai nostri ragazzi e, vista la vicinanza, abbiamo contattato Nicola (Mazzer) o Elisa (Contrafatto; sono i de educatori a Ponte della Priula) per poter vedere se il Piccolo Rifugio era disponibile a farci conoscere questa realtà… per vedere cosa poteva nascere di nuovo.
Qual è stato il momento piu’ bello vissuto al Piccolo Rifugio?
Non ce n’è uno in particolare perché, ogni volta che andiamo ci sentiamo parte di questa famiglia. Mi viene in mente però di quando l’anno scorso sono andata a trovare i ragazzi del Piccolo Rifugio, e due miei amici che erano lì come volontari, al mare a Caorle. Per entrare in acqua un’ospite del Rifugio, per sentirsi più sicura, mi ha preso la mano perché l’accompagnassi. Mi ha toccato il cuore.
Cosa si impara al Piccolo Rifugio?
Mi ha colpito soprattutto che gli ospiti siano persone adulte, ma abbiano le necessità di bambini. Questo all’inizio può anche scioccare: sembra assurdo che persone adulte abbiano così bisogno di aiuto e sostegno, sia affettivamente che fisicamente. Di solito sono gli handicap fisici o quelli dei bambini che più hanno risonanza e invece qui ho potuto vedere la semplicità e la fragilità di chi da solo non può farcela per handicap mentali. E da qui si scopre la gratuità, il gesto di affetto incondizionato, la semplicità delle cose e allo stesso tempo l’importanza di queste.
Mi colpisce ogni volta la serenità che ti porti a casa dopo ogni incontro. Ma anche la sinergia che in questi due anni si è creata attorno a questa ca,sa di Ponte della Priula. E poi vedere il sorriso e la serenità nei ragazzi del Piccolo Rifugio, che ti ripagano con la loro semplicità. Il loro essere semplici e proprio per questo così speciali.