Giovanni Paolo II per il Piccolo Rifugio di Ferentino
16 Settembre 2011Sport e inclusione al Piccolo Rifugio di Ponte della Priula
14 Ottobre 2011Aikido anche in sedia a rotelle
E’ di nuovo aikido al Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto.
Mercoledì 21 settembre sono iniziati gli allenamenti di quest’arte marziale giapponese. Proseguiranno, una volta ogni due settimane, fino a giugno.
Siamo quindi al quarto anno per la pratica di quest’arte marziale giapponese, iniziata al Piccolo Rifugio come pionieri e in forma sperimentale.
A guidare gli allenamenti sarà ancora una volta Luca Gri (nella foto piccola), trentenne cintura nera di aikido, insegnante di arti marziali per l’Asd Bushinkai di San Vendemiano e per il Judo Aikido di Vittorio Veneto.
In questi quattro anni grandi sono state le soddisfazioni per gli allenatori, che mettono a disposizione in forma assolutamente gratuita tempo e competenze: anzi, sono stati gli stessi atleti dell’aikido a proporre l’iniziativa al Picclo Rifugio.
Ma grandi sono stati anche i progressi delle persone con disabilità. Grazie a costanza ed impegno, Paolino, Paolone, Serena e Leonida hanno ottenuto la cintura arancione, mentre Sandra, Manuela, Cristina e Denise si presentano al via del nuovo anno addirittura con il grado superiore, la cintura verde.
Un traguardo che per una delle ospiti del Piccolo Rifugio vale doppio. A causa dell’aggravarsi della sua patologia, infatti, dopo il primo anno ha dovuto passare a praticare aikido in carrozzina. Ma né lei né gli allenatori volontari si sono arresi. Anzi, è stata l’occasione per sviluppare un aikido adattato a chi è in sedia a rotelle. Con i soli movimenti per gli arti superiori, ovviamente. Ma questi movimenti sono gli stessi di chi ha la fortuna di stare in piedi. Ed anche un’aikidoka in carrozzina, eseguendo correttamente i movimenti, può riuscire a mettere al tappeto l’allenatore.
Ma nessuno intende fermarsi ai risultati acquisiti fin qui.
Quali sono gli obbiettivi per quest’anno?
“Si punterà alla cintura verde, per chi ha l’arancione, e alla blu, per chi ha già la verde. – spiega Gri-.
Inoltre il nostro obbiettivo sarà cercare di far praticare in autonomia, quindi provando le mosse contro un compagno, chi tra le persone disabili e in grado di farlo. E invece di continuare a seguire passo passo chi ha maggiori difficoltà di movimento. In ogni caso l’allenamento è quasi personalizzato da allievo ad allievo, per via dell’enorme differenza tra un individuo e l’altro. Una sfida per me come allenatore!”.
Quali tecniche insegnerà?
“Riprenderemo le tecniche che abbiamo fatto l’anno scorso e le studieremo con maggior dettaglio. L’anno scorso i movimenti erano molto grezzi ma quest’anno, proveremo a portarli ad un livello di precisione superiore. Studieremo quindi tecniche di colpo, di proiezione e di leva articolare. E ci sarà l’applicazione pratica delle tecniche e combattimento libero (contro di me) per testare quello che hanno studiato. Mi piacerebbe avvicinare il livello della pratica dell’aikido, per quanto possibile, a quello dei normodotati”.
Cintura verde e, soprattutto, cintura blu non saranno regalate. I giovani e meno giovani ospiti del Piccolo Rifugio, spiega Gri, dovranno meritarsele con impegno e sudore, e superare l’esame di fine anno sportivo. Oltre che mostrare un buono spirito di squadra, collaborando durante gli allenamenti per agevolare il compito dell’unico istruttore.
L’impegno degli ospiti del Piccolo Rifugio è stato evidente fin dal primo allenamento di mercoledì 21. “Non li avevo mai visti praticare con questa intensità : non si sono mai fermati per tutta la durata dell’allenamento, come mai mi era successo”, racconta contento Gri.
I materassini che servono per trasformate in tatami il salone polifunzionale del Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto sono offerti dall’asd Aikido Vittorio Veneto.
Per Sandra, Manuela, Cristina, Denise, Paolino, Leonida, Serena e (mal di schiena permettendo) Paolone l’aikido degli anni scorsi e di questo al via non dà solo i benefici di una pratica sportiva che insegna controllo e coscienza del proprio corpo. Ma anche, e soprattutto, l’arricchimento umano della relazione che si crea: con i compagni di sport, e con gli insegnanti volontari come Luca, che oltre a professionalità e tempo ci mettono anche il cuore.