Il vescovo di Treviso mons.Michele Tomasi in visita al Piccolo Rifugio di San Dona’
14 Ottobre 2020Mezza maratona per il Piccolo Rifugio di Ponte della Priula, 14-17 novembre 2020
14 Novembre 2020120 anni dalla morte di Lucia Schiavinato
“120 anni sono tanti e, oggi, siamo in tanti a ricordarla, chi l’ha conosciuta, chi l’ha incontrata, chi ha fatto esperienza diretta della sua capacità di accogliere e consolare, abbracciare e incoraggiare… E sono tanti ad averla conosciuta dal racconto dei testimoni…
Tutti ringraziamo il Signore per avercela data e chiediamo a lei di accompagnarci ancora”.
Teresa D’Oria, presidente dell’Istituto secolare Volontarie della Carità
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31 ottobre 2020: 120° anniversario della nascita di Lucia Schiavinato, fondatrice del Piccolo Rifugio e dell’Istituto secolare Volontarie della Carità
Un anniversario che i Piccoli Rifugi festeggiano con gratitudine, pur nei tempi difficili della pandemia, con il Covid19 che è una minaccia ancora più pesante per chi è fragile e vive in comunità come le nostre donne e i nostri uomini con disabilità, e che li costringe a limitare assai ciò che più da loro gioia, cioè le relazioni umane.
Un anniversario da vivere con la fiducia nella Provvidenza che Lucia ha insegnato, e con la certezza che, anche oggi, l’Amore Vince.
Riportiamo in questa pagina piccole cronache di come i Piccoli Rifugi hanno vissuto il 120° di Lucia.
adorazione
SAN DONA’ Alla vigilia del 31 ottobre, come in tanti altri giorni, mesi e anni, alcuni ospiti e Volontarie della Carità si sono dedicate all’adorazione eucaristica, la silenziosa preghiera davanti al tabernacolo, la preghiera preferita da Lucia Schiavinato. Si sono ritrovate in preghiera nella Cappella dell’Adorazione, quella che Lucia stessa fece costruire a fianco del Piccolo Rifugio, come suo indispensabile elemento, e che fu inaugurata nel 1941. La famiglia del Piccolo Rifugio ha anche pregato un Rosario con il pensiero a Lucia.
Al di là della porta sinistra della cappella, lasciata aperta, la tomba di Lucia Schiavinato, dove riposano le sue spoglie dopo la traslazione del 2018.
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Sabato 31 la messa prefestiva delle 18 nella cappella del Piccolo Rifugio è stata l’occasione della memoria e della gratitudine per Lucia. Nel rispetto della normativa Covid, alla messa hanno partecipato solo ospiti e personale del Piccolo Rifugio.
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FERENTINO
Momento di preghiera nella cappella del Piccolo Rifugio, in memoria di Lucia Schiavinato.
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TRIESTE
Una foto e un cartellone per dire il grazie della Domus Lucis a Lucia!
VERONA
Una torta a forma di 120, ma anche del tempo di raccoglimento nella cappella, ricordando Lucia, leggendo qualche passo dei suoi testi, e pregando: così il Piccolo Rifugio di Verona ha vissuto l’anniversario di Lucia Schiavinato.
VITTORIO VENETO
In Casa mons.Carraro, una delle due parti del Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto, ci ha pensato Paolino, che vive qui da tanti anni, a parlare di Lucia ad altri ospiti, andando anche a recuperare alcuni dei libri che parlano della fondatrice.
“Guardiamo avanti con gioia, con grande gioia (…) e guardiamo avanti con la sicurezza, che non è presunzione, ma totale fiducia nell’amore, in Cristo”. Questo è un passaggio della lettera di Lucia Schiavinato alle sue Volontarie della Carità (da Vittorio Veneto 27.8.70) che hanno letto assieme le donne di Casa Flavia, una delle due realtà del Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto.
TORTE PER IL COMPLEANNO DI LUCIA
E il 31 ottobre è pur sempre il compleanno di Lucia Schiavinato: che lo festeggi in cielo non lo rende meno rilevante, anzi! E questo compleanno della loro”Mamma Lucia” , alcuni Piccoli Rifugi lo hanno festeggiato con una gran torta.
Ad esempio, a Ferentino…
…e a San Donà, invece, una cream tart con pasta frolla eseguita da alcune delle donne del Piccolo Rifugio insieme alle educatrici, mentre la decorazione è opera della coordinatrice, ed appassionata pasticcera, Susanna Paulon
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scelta simile nell’Appartamento del Piccolo Rifugio di San Dona’, con una torta preparata dai 4 giovani che vivono nell’appartamento. Rudi e Mattia hanno fatto la pasta frolla,Federico la ha farcita, utilizzando anche la menta coltivata da Nicolò! Lo stesso Nicolò ha realizzato anche un video (qui in basso, il primo fotogramma) che racconta tutta la giornata: una vera giornata di festa per i 4 giovani, iniziata con la sosta in preghiera davanti alla tomba di Lucia e proseguita con un vero pranzo dei giorni di festa, con il pasticcio prima della torta.
e infine, alla Domus Lucis di Trieste..
LA VITA DI LUCIA SCHIAVINATO
31 ottobre 1900: a Musile di Piave nasce Lucia Eleonora Schiavinato, terza figlia di Guglielmo e Pia Stalda. Nel 1907, la famiglia si trasferisce sull’altra sponda del Piave, a San Donà.
Nel 1935 Lucia apre il primo Piccolo Rifugio, a San Donà. Il suo slancio di amore verso i più fragili, e le persone con disabilità in particolare, espressione del suo amore per Cristo Eucaristia, la porterà a far nascere anche il Piccolo Rifugio di Ferentino (1957), Vittorio Veneto (1957), Verona (1960), Trieste (1962), oltre ad altre opere di carità. Nel 2008, nella fedeltà ai suoi valori, aprirà il Piccolo Rifugio di Ponte della Priula.
Nel 1954, con la consacrazione di un gruppo di 12 signorine che condividevano lo stile di vita di Lucia e che la sostenevano nelle opere di carità, inizia, di fatto, l’opera dell’Istituto secolare Volontarie della Carità.
Il 31 marzo 1964 Lucia Schiavinato, assieme ad alcune Volontarie, partiva per il Brasile, per continuare anche lì, come nei Piccoli Rifugi il suo servizio agli ultimi, ai più fragili. Con la certezza che l’Amore vince.
Il 17 novembre 1976 Lucia Schiavinato ritornava al Signore.
120 ANNI LUCIA – RIFLESSIONE DI DON ANTONIO GUIDOLIN
Il 31 ottobre del 1900 nasceva a Musile di Piave Lucia Schiavinato.
Sono trascorsi centovent’anni, e per quella magia che possiedono i numeri tondi, fa bene riandare a questa data che in un certo qual modo sta all’origine di tutta l’avventura umana e spirituale non solo di Lucia ma anche dei Piccoli Rifugi, delle Volontarie della Carità, e di tutta quella fioritura di opere e iniziative che ne sono derivate.
Quell’anno “zero” coincise con l’inizio di un secolo tra i più importanti e drammatici dell’umanità. Se volessimo però raccogliere suggestioni e segni che vanno oltre i grandi avvenimenti, può farci riflettere che l’anno 1900 fu quello del Giubileo che Leone XIII indisse, dopo che nei decenni precedenti fu impossibile realizzare a causa della difficile realtà politica. Il papa volle che il nuovo secolo e gli anni a venire iniziassero sempre con il canto del “Veni Creator”. L’invocazione corale dello Spirito da parte di tutta la Chiesa ha dischiuso il secolo della grande riscoperta della terza persona della Santissima Trinità, facendoci cogliere in modo abbondante i frutti della sua opera.
Possiamo perciò vedere anche nella vita e nell’azione di Lucia Schiavinato un segno della fioritura di carismi che lo Spirito suscita con abbondanza. La santità di Lucia è una santità laicale, quella che papa Francesco chiama “della porta accanto”o “della classe media”. Senza clamori, senza ricerca di particolari emozioni religiose, Lucia ci parla con la sua vita di un cammino umile e fedele, lungo le strade delle tante realtà di sofferenza umana. Un cammino compiuto mettendo la propria mano in quella del Signore. Un cammino che attinge forza dall’Eucaristia, “pane del cammino”.
Qualcuno osserverà che molte cose sono cambiate in questi centoventi anni, in particolare per ciò che riguarda le strutture sanitarie e la conseguente presenza di operatori in tale ambito. Che cosa può ancora dire quel particolare carisma che lo Spirito Santo ha donato a Lucia? Il legame “Eucaristia e sofferenza” ci parla di uno stile di servizio alla persona fragile che non si limita alla sola erogazione di prestazioni professionali efficienti.
Come ricordava secoli fa san Camillo de Lellis ai suoi confratelli “infermieri”: “Ci vuole più cuore nelle mani”. Il cuore non è solo espressione di sentimenti personali, ma è quella parte profonda della nostra vita dove avvertiamo che nella persona umana c’è “la domanda, il grido, l’attesa di una risposta che dia senso al suo destino….Nel profondo dell’uomo c’è una domanda che riguarda Dio. E’ un bisogno che a volte è molto più pressante di quello del pane e dell’acqua” (C. Balducci).
Lucia ne era consapevole quando scriveva: “L’infermo è un tesoro inestimabile che Dio ti mette vicino. A volte, ci chiediamo perchè i nostri infermi siano così… Devi affinarti nello spirito e renderti sensibilissima, quasi un radar che capta le onde dell’amore misericordioso…Se tu hai saputo evitare tutti gli urti con l’infermo; se sai indovinare di quanto può aver bisogno, se hai pazienza e bontà nel trattarlo, nel servirlo, nell’ascoltare, nel parlare, tu lo hai reso sereno. I suoi problemi pian piano si sciolgono, ed egli sempre più si offre, inconsapevole, all’azione dello Spirito Santo, e si avvia alla luce del calore del sole eucaristico, per comprendere il suo posto nel mondo, per capire il suo ruolo nella Chiesa…”.
Forse possono sembrare parole troppo grandi e di altra sensibilità. Eppure Lucia vuole invitare tutti ad essere accanto alla sofferenza umana per riempirla di un senso che non viene da noi, ma dalla scoperta che ogni fragilità e debolezza è illuminata e abitata dalla presenza di Dio, che non ha avuto paura di farsi debole e fragile. E che c’è di più debole della “presenza eucaristica”? Chi sa stare davanti a quella povera ostia sull’altare, impara sempre più a vedere Cristo sull’altare di ogni letto di sofferenza, o carrozzina di disabilità.
Don Antonio Guidolin