Papa Luciani e il Piccolo Rifugio
29 Settembre 2012Padre Gianluigi Lazzaro e il Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto
29 Settembre 2012Piccolo Rifugio di Ferentino – Obbiettivo: stare in mezzo agli altri
La socializzazione. Imparare a stare in mezzo agli altri.
E’ uno degli obbiettivi indicati in molti dei progetti educativi individuali che al Piccolo Rifugio si stilano, uno per ciascuna delle persone con disabilità accolte.
Proprio in quest’ottica, tutte le esperienze estive degli ospiti sono parte integrante del lavoro educativo, e sono un completamento, non una sospensione, del lavoro lungo tutto l’anno degli educatori del Piccolo Rifugio.
Vale anche, se non di più, per chi non ha la possibilità di partecipare a soggiorni estivi. Come ad esempio i “ragazzi” che frequentano dalla mattina alla sera il Piccolo Rifugio di Ferentino. I “diurni”. Per loro comunque l’estate è un tempo diverso: un maggior numero di uscite, ad esempio in piscina all’Acquapark di Alatri o al parco di divertimenti Rainbow Magicland di Valmontone.
Senza queste occasioni, del resto, tutti – e tre o quattro in particolare – avrebbero ben poche possibilità di uscire e quindi di vivere relazioni sociali.
Ma per dirla in termini semplici, non è che queste persone non sanno stare in mezzo agli altri in assoluto. Non ci sanno stare perché non ci sono mai stati. Non sono abituati. Ma possono cominciare, possono vivere lo stesso queste situazioni. Vedendo come si comportano gli altri, imparano. E gradualmente la socialità sarà un’esperienza sempre più gratificante.
Con le uscite e le altre occasioni le persone con disabilità fanno proprie le piccole e grandi regole del vivere insieme, e sono pronti a vivere con sempre maggiore soddisfazione le esperienze successive. Nel tempo i progressi possono anche essere enormi.
Ci sono poi casi come quelli di quell’ospite di Ferentino che un quinquennio fa in mezzo alla gente aveva condotte antisociali (dalle urla in avanti), anzitutto per il timore di essere aggredito o preso in giro come gli era accaduto in precedenza, e ora ha avuto un cambiamento radicale: sembra un’altra persona. Riesce esce ad avere più fiducia in chi gli sta attorno e con noi si sente protetto”, spiega la Volontaria Teresa D’Oria.
Le uscite estive sono molto attese dai ragazzi, e li emozionano molto. Le mete sono decise anche in base ai loro desideri. Ad esempio, c’è chi chiede tutto l’anno quando si andrà in piscina… malgrado abbia paura dell’acqua. Ma se prima neppure ci entrava, in piscina, ora avanza fino a quando l’acqua gli arriva alle ginocchia. E se in passato non sopportava di venire schizzato, ora accetta gli “agguati” (a fini educativi!) dell’operatore che lo bagna da cima a fondo.
Per quanto riguarda i soggiorni estivi di più giorni – resi possibili dalla disponibilità dei volontari di Unitalsi e Siloe – essi sono la possibilità di uscire dalla famiglia, dalla casa. “Come quando un adolescente comincia a voler fare scelte autonome dai genitori”, è il paragone proposto da Teresa.
Tanto è vero che spesso gli ospiti del Rifugio prediligono le vacanze in cui trovarsi assieme solo a persone nuove. Inoltre per alcuni la settimana con i volontari fa le veci, in quanto stacco dalla quotidianità , del ritorno alla famiglia d’origine, che è impossibile.