In memoria di Carmelo e Roberto Canta
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3 Agosto 2010Il Piccolo Rifugio di Roma e il Don Orione
Da molti anni sono i sacerdoti del centro Don Orione di Monte Mario a Roma ad assicurare la celebrazione quotidiana dell’eucaristia al vicino Piccolo Rifugio. Molti si sono succeduti. Tra questi anche il neovescovo mons. Giovanni D’Ercole. Ma come è nato questo rapporto? E quale legame c’è tra la spiritualità del Don Orione e quella del Piccolo Rifugio? Ne abbiamo parlato con don Marco Grossholz (nella foto piccola): è lui, da oltre un anno, il sacerdote orionino inviato a celebrare la messa al Rifugio. Lui ci regala anzitutto una definizione ch’è un grande complimento: “Piccolo Rifugio, tenda di Dio”.
Come è iniziato il legame tra Piccolo Rifugio e Don Orione, e perché?
“Credo – risponde don Grossholz- che tra il Don Orione e la famiglia del Piccolo Rifugio si sia verificata quella singolare attrazione che avviene tra le persone attente ai segni dei tempi e alle vie della Provvidenza.
Lo scopo delle nostre due istituzioni in effetti è stato da sempre allineato nell’attenzione a persone diversamente abili o con disagio sociale. Certo, con differente impegno, ma sempre cercando di privilegiare lo spirito di famiglia.
Inoltre l’attenzione crescente al mondo laicale e alle forme laicali di impegno cristiano ha certamente sostenuto l’incontro.
Certo è che da decenni il Don Orione si presta per la celebrazione dell’eucarestia domenicale e quotidiana e questo ha senz’altro consolidato il rapporto e l’amicizia. Si è inoltre in questi ultimi anni privilegiato il Piccolo Rifugio, rispetto ad altre cappellanie, proprio per questo singolare legame dato dallo stile familiare e di profonda amicizia. Venire al Piccolo Rifugio per me è anche una pausa ‘di famiglia’, al di fuori della grande istituzione, con un rapporto umano più immediato e semplice.
Le ragazze del Rifugio sono anche state aiutate dal nostro centro per le attività riabilitative e per le cure, come pure si condivide con gioia la larghezza della mano della Provvidenza”.
Cosa lega la spiritualità del Piccolo Rifugio a quella orionina?
“Un grande amore alla Chiesa, ed all’Eucarestia oltre all’amore ai piccoli con una grande carità.
Gli ideali di San Luigi Orione – Gesù Papa Anime Maria – sono, mi sembra, anche il nucleo della spiritualità del Piccolo Rifugio. E la spiritualità poi non è forse il fatto di vivere per l’unico Spirito?”
Da quanto tempo conosce il Piccolo Rifugio?
“Ho frequentato il Piccolo Rifugio anche in anni passati durante la mia presenza a Roma -si sa, noi religiosi siamo dove l’obbedienza ci destina-, ma ora è più d’un anno che lo frequento stabilmente. Ma la relazione non è mai venuta meno, sia attraverso qualche visita volante a Roma, sia attraverso qualche scritto o comunicazione che Luigina (coordinatrice del Piccolo Rifugio di Roma) non manca di farmi giungere.
Infine, che “sapore” ha, per un sacerdote, l’eucaristia celebrata al Piccolo Rifugio, in mezzo a persone che vivono intensamente sia la fede che la sofferenza?
“Siamo nell’anno sacerdotale e certamente l’Eucarestia è il momento più alto del ministro dell’altare. Parola e Sacramento sono la vita del credente e tanto più del sacerdote.
Certamente ci sono tanti modi di vivere l’Eucarestia. M a il segno vissuto di una carità sofferente direi meglio, di un’agapè, nella totale donazione e immolazione di sé, che si vive a contatto con chi porta evidentemente la croce, ecco questo incide sulla nostra vita.
Soprattutto c’è la grande Speranza che si riaccende nel cuore nello specchio di volti sereni e occhi trasparenti di una Luce nuova, la Luce del volto di Dio”.