Lucia Schiavinato raccontata agli studenti della scuola media Schiavinato
13 Novembre 2009Lucia Schiavinato nel ricordo di Giuseppe Pietrobelli
13 Novembre 2009Carlo Abate e Valentina Grieco, volontari alla Domus Lucis di Trieste
Una sera alla settimana, ogni settimana, un gruppetto di giovani arriva alla Domus Lucis. Alcuni sono triestini, alcuni sono universitari a Trieste; alcuni sono scout del reparto Trieste 4 dell’Amis, altri no.
Ciascuno dedica un paio d’ore alla casa, cioè alle persone con disabilità che ne sono ospiti. Con la compagnia durante della cena, con le chiacchiere, con la vicinanza, con l’amicizia. Questi giovani, con costanza, settimana dopo settimana portano avanti il loro servizio.
Uno di loro, il venticinquenne Carlo Abate, frequenta la Domus da quando aveva sedici anni ed era scout del Noviziato del Trieste 4.
“Quell’anno i capi ci hanno proposto di andare alla Domus il sabato pomeriggio. C’era Angelita che dava a me ed agli altri piccoli lavori pratici da fare e poi quando li avevamo conclusi stavamo insieme alle ospiti. Dall’anno successivo avevo il sabato impegnato con le attività scout e allora ho cominciato a venire una sera alla settimana ad imboccare”.
Eri l’unico?
“No c’era già un gruppo di ragazzi più grandi. Poi negli anni io ed altri siamo rimasti. E cerco sempre di convincere altre persone: l’anno scorso, ad esempio, ho coinvolto due mie amiche. Ormai tanti miei amici sono coinvolti, e appena possibile porto anche altri a vedere”.
Ma come era stato il contatto iniziale con la Domus e le ospiti?
“La prima volta non sapevo cosa avrei trovato. E poi è tutto diverso da come te lo eri immaginato”
In cosa, ad esempio?
“L’affetto, e poi l’allegria, con cui sono stato accolto. Me lo avevano anticipato…Ma non pensavo fossero così grandi! Non pensavo di poter trovare così tanta vitalità. Le ospiti mi trasmettono grande gioia per l’ora o le due ore che trascorro con loro”.
E cosa ti spinge a continuare ancora, dopo nove anni?
“Mi sono sempre trovato bene e mi sono affezionato alle ospiti, E’ un’abitudine a cui mi dispiace rinunciare. Anche perché alla Domus c’è sempre bisogno”.
Sei molto più giovane di molte delle ospiti. E’ una differenza che si sente?
“No, la differenza di età non è mai stata un problema. Sono sempre stato trattato alla pari. Ed abbiamo sempre parlato di qualsiasi argomento”.
Insomma andare alla Domus non è un sacrificio..
“E’ sempre piacevole andare, e torno sempre a casa contento. Con molto poco torno a casa con molto!”.
A Carlo e a tutti gli altri volontari – Matteo, Valentina Grieco, Michele Cammarosano, etc.- va il ringraziamento della famiglia del Piccolo Rifugio.
Volontariato alla Domus Lucis, testimonianza di Carlo Abate
Valentina Grieco, studentessa universitaria di astrofisica a Trieste, parla con semplicità delle sue sere alla Domus.
“Non penso che sia una cosa grande, in realtà a parte sbucciare qualche frutto e sommergere di chiacchiere le ospiti (spesso penso di far venire il mal di testa!) non faccio niente di incredibile”.
Però..
“Però andare alla Domus per è un po’ come andare a casa. Sono studente fuori sede e a volte dimentico quanto è bello il calore di una famiglia: entrare in una stanza e vedere tutti che ti sorridono e ti chiedono come stai. La Domus è un po’ la mia coperta di Linus e mi ci trovo davvero benissimo. Le ospiti sono tutte meravigliose e ancora mi sorprendo del fatto che si ricordino se ho un esame o se non sono stata bene. Loro ASCOLTANO, e non è una cosa banale”.