Al via la collaborazione con la scuola media Schiavinato di San Dona’
31 Ottobre 2009Lucia Schiavinato raccontata agli studenti della scuola media Schiavinato
13 Novembre 2009Lucia Schiavinato, il Piccolo Rifugio e i sacerdoti
“Le sarei tanto grata se volesse suggerirmi l’autore di una ‘vita’ del Santo Curato d’Ars, ove risulti soprattutto la sua vita interiore. Una predilezione particolare mi spinge sempre più a desiderare di imitare in quanto è possibile il Santo Curato d’Ars e ad averlo per protettore, dal momento che devo intercedere per la santificazione dei sacerdoti”.
Così Lucia scriveva nel febbraio del 1941 al suo direttore spirituale. Quanto le stessero a cuore i preti traspare con tutta evidenza nelle sue lettere e nei suoi scritti.
Come non immaginare allora la gioia che Lucia avrebbe provato alla notizia dell’indizione di un Anno sacerdotale nell’occasione del centocinquantesimo anniversario della morte del Curato d’Ars? Chi più di lei avrebbe fatto di questo anno un tempo di intensa preghiera per la santificazione dei sacerdoti?
Possiamo ben credere che nella comunione dei santi Lucia vive ora con noi quest’anno di grazia. E’ importante allora ascoltarla in quella sua passione tutta “paolina” per il dono del sacerdozio. Con la forza di un San Paolo, Lucia ricorda ai preti di “ravvivare” il dono del loro ministero. Accostando i suoi scritti si riaccende, in chi è prete, la forte coscienza del dono ricevuto, e nei fedeli laici la percezione di quanto sia importante alimentare con la preghiera il cammino di un sacerdote.
Non a caso Lucia era affascinata dalla figura del Curato d’Ars. Ritrovava in lui ciò che di più essenziale lei cercava in un prete: una profonda vita interiore che facesse di lui un autentico uomo di Dio per i suoi fratelli.
Lucia e il mistero del sacerdozio
Ma chi è veramente un prete? Lucia ne ha una conoscenza che non può essere frutto solo di studio teologico. E’ Cristo stesso che l’ ha introdotta nel mistero del sacerdozio. Quando, di fronte all’immane catastrofe della seconda guerra mondiale, Lucia chiede al Signore di ritornare “tra gli uomini come un tempo per le vie della Palestina”, avverte che il Signore le risponde: “Io ho tra gli uomini il mio regno, la mia voce, la mia potestà, la comunicazione della mia grazia: i miei sacerdoti sono Me stesso”.
In una lettera al suo direttore penetra ancora più profondamente l’abissale mistero del sacerdozio: “Il sacerdozio è il punto centrale di congiunzione, nel corpo mistico. Ha ragione, non ci pensi troppo: è tremenda questa investitura di Cristo nel mondo. Se i sacerdoti ne avessero solo una pallida visione ne rimarrebbero terrorizzati. Oh le conseguenze di un ‘uomo vecchio’ dove dovrebbe risplendere in tutta la purezza della sua fiamma ‘l’uomo nuovo’, il Cristo palpitante sotto qualsiasi veste sacerdotale! I popoli interi scontano le scorie del sacerdozio cattolico”.
Impressiona cogliere la strettissima sintonia tra queste espressioni di Lucia e quanto il curato d’Ars ripeteva spesso con le lacrime agli occhi: “Com’è spaventoso essere prete…La grande sventura per noi parroci è l’anima che si intorpidisce… Ahimè! Dio mio, quanto è da compiangere un prete che fa della messa una cosa ordinaria!”.
Fondamentali i sacerdoti per il Piccolo Rifugio
Se Lucia, come lei stessa ammette, è “feroce” nei confronti dei sacerdoti che vivono con tiepidezza la loro vocazione, lo è perché sa quanto essi siano necessari, al punto che non apre un Rifugio se non ha la certezza della disponibilità di un prete per la Messa. E’ lei stessa che nell’editoriale di “Amor vincit” del maggio 1960, dal titolo essenziale “Preti”, racconta di aver dovuto rinunciare ad una provvidenziale ospitalità in una bella villa la mare….perché non vi sono preti in quella zona. Ed ecco la domanda che come un grido di dolore che esce dal cuore di Lucia, prima ancora che dalla sua penna: “Vi immaginate un Rifugio di giovanissime creature fisicamente minorate, senza un ostensorio? Senza la convivenza Eucaristica? No, non ve lo potete immaginare, perché è impossibile che esista. Per l’appunto se prima non si insedia Lui, gli altri non vogliono prendere posto, e perciò niente Rifugio…” Niente preti, niente Eucaristia, niente Rifugio!
don Antonio Guidolin